Questa volta parliamo di un piccolo vino francese. Viene dall’area delle Côtes-du-Rhône, la più ampia della Valle del Rodano, coprendo un territorio molto esteso che l’attraversa interamente da nord a sud. I centri interessati da questa appellation sono numerosi, e 95 di essi sono quelli interessati dalla più ristretta appellation Côtes-du-Rhône village. Il vino di cui parliamo oggi rientra in una delle 17 piccole AOC che possono aggiungere il loro nome più specifico, Signargue. Con questo nome, poco conosciuto anche in Francia, è indicato un plateau di 140 metri di altitudine, situato nella sezione meridionale del Gard, che dà nome a questa piccola appellation, istituita solo nel 2005.
Per chi volesse comprendere meglio dove si trovi, il Gard è un dipartimento compreso tra l’Ardèche (a nord), Vaucluse (a est), e l’Aveyron (a ovest). A sud-est sono le Bocche del Rodano e, dal lato opposto, L’Herault, mentre la parte più meridionale affaccia sul Golfo del Leone, nel Mediterraneo. Siamo dunque nella Francia del Sud. Il plateau di Signargues è eroso da due valloni nei quali scorrono il Briancon e la Combe de Mars, due affluenti del Gardon , e si trova tra le città di Avignon e Nîmes. Tavel è appena più a nord,Châteauneuf-du-Pape sull’altra sponda, quella a est del Rodano, a una quarantina di chilometri. Questa appellation comprende solo quattro comuni: Damazan, Estézargues, Rochefort du Gard e Saze, in tutto meno di 500 (480) ettari di vigna su 1.100 coltivabili. Qui la coltivazione della vite è antichissima, risalendo all’epoca romana (una statuetta di Bacco e Arianna che vi fu trovata é oggi conservata al Louvre) , poi fu devastata dalla fillossera nel 1872, e, come altre zone della Francia, ha avuto difficoltà a risorgere, ma la zona è molto vocata . Il suo clima caldo e secco è molto adatto alla Grenache, che resiste ottimamente alla siccità, così come sono a loro agio sui terreni, molto poveri di questa zona, anche il carignan e il cinsault, quest’ultimo spesso usato per temperare il calore della grenache e conferire all’assemblage più freschezza e finezza. Il plateau di Signargues è costituito da sedimenti marini e fluviali accumulatisi nel corso del tempo in una specie di fossa che circonda i plateaux calcarei del Cretaceo. Le acque del Rodano hanno trasportato i depositi alluvionali di questa terazza, di origine villafranchiana, sulle sabbie e le argille calcaree di epoca pliocenica. Almeno la metà dei suoli dell’AOC Signargues, che comprende la terrazza, i suoi pendii e i suoli marnoso-sabbiosi soggiacenti , è costituita da quelli caratteristici a galets del Rodano meridionale. Molto ciottolosi, contengono argille più in profondità che in superficie e hanno generalmente un buon drenaggio. Vi sono però anche suoli più marnosi ed altri più ricchi di sabbie. I vini dell’AOC sono obbligatoriamente rossi. Il 95% della superficie vitata è conseguentemente costituito da varietà a bacca rossa : principalmente grenache noir (45%), syrah (19%), cinsault (14%), carignan (8%), mourvèdre (6%) e poi cunoise, picpoul, clairette rose, camarèse, grenache gris, vaccarèse, tutti vitigni diffusi nel Sud. Le poche uve bianche sono viognier, grenache blanc , soprattutto, poi ugni blanc, bourboulenc e roussanne. Il Domaine de Sarrelon (il nostro assaggio si riferisce a quello dell’ottima annata 2016) è uno dei vini prodotti dalla Cave des Vignerons d’Estézargues, una meritevole cooperativa, che, dopo aver venduto per anni vini en vrac, ha intrapreso la strada dell’imbottigliamento e ha notevolmente elevato il suo livello qualitativo. Ogni cooperatore può commercializzare una cuvée con il proprio nome, in modo da valorizzare il valore dei diversi vignerons (altre sono quelle del Domaine de Pierredon, del Domaine des Fèes o del Domaine de la Montagnette), poi, naturalmente si producono delle altre cuvées collettive, che provengono da uve delle varie proprietà. La vigna di Estézargues, tutta su galets roulés e argille esposte a sud, è molto calda , precoce e quindi propizia alle varietà a bacca nera, mentre a Saze e Rochefort vi sono diverse parcelle esposte a est e nord più adatte anche alla produzione di vini bianchi. Caratteristica comune del terroir del plateau di Signargues , importante in un’area che tende ad essere siccitosa, è l’ottima regolazione delle acque , facilitata dalle argille rosse che permettono un rifornimento idrico regolare. Ciò fa sì che la maturazione fenolica possa evolvere di concerto con quella alcolica, evitando la crescita squilibrata degli zuccheri, come talvolta avviene nelle vigne di questa zona che ricadono sotto la denominazione Côtes-du-Rhône.
Il Signargues del Domaine de Sarrelon 2016 proviene da un blend nel quale è ampiamente maggioritaria la Grenache noir, completata da un 20% di Carignan . E’ un vino da coltura biologica, senza fronzoli ( i francesi direbbero sans chichi), di color porpora con riflessi decisamente bluastri, con note di fragole e more mature, un tocco appena più verdeggiante, di eucalipto, fresco sul palato, nonostante una gradazione alcolica generosa (14.5%), tannini tutti “en rondeur”. Piacevole, e anche poco costoso. Sul luogo costa 6-7 euro , da noi il doppio, troppo per diventare un nostro vino quotidiano, dal momento che disponiamo di molte eccellenti alternative a un prezzo inferiore, ma comunque vale la pena di assaggiarlo anche solo per curiosità. Non ha la complessità dei grandi rossi del Rodano meridionale ( Châteauneuf-du-Pape, Gigondas, Vacqueyras), ma si posiziona bene su un registro più facile e di grande accessibilità. (87/100).
Cave des vignerons d’Estézargues, 478 route des Grès, 30390 Estézargues, www.vins-estezargues.com (attualmente non attivo).