palazzo daraprìCi siamo trovati in un torrido pomeriggio di fine luglio a San Severo di Puglia (fuori c’erano 39°) nella bella e fresca sala da pranzo del Palazzo D’Araprì, proprio sopra la storica cantina seicentesca, risalente all’epoca della ricostruzione di San Severo dopo il disastroso terremoto del 1627. (Nella foto a lato, un'immagine dell'esterno del Palazzo D'Araprì)

L’occasione è stata una verticale dello spumante di maggior prestigio della casa, la Dama Forestiera (dal titolo del libro di Nino Casiglio, dedicato a Elisa Croghan, la convivente inglese del Principe di San Severo), con cinque annate, dal 2001 al 2010. A completare la festa , un Gran Cuvée del 1994.

elisacroghan05Un piccolo particolare non trascurabile: tutti gli spumanti assaggiati erano in magnum e la sboccatura era stata effettuata il 14 maggio di quest’anno, ossia dopo permanenze sui lieviti che, in quest’ultimo caso, giungevano a superare i 20 anni. ( A lato un ritratto di Elisa Croghan, la Dama Forestiera)

Spettacolari. Se si tratta davvero, come ha detto qualcuno, di un fiore nel deserto (ora tutti fanno spumanti in Puglia, ma 36 anni fa, al loro debutto, i tre titolari della cantina D’Araprì erano in completa solitudine), è un fiore incredibilmente resistente e generoso, perché la gamma degli spumanti prodotti da questa piccola, ma dinamica azienda da 80.000 bottiglie l’anno, è davvero sorprendente per qualità e continuità: a partire dal più semplice (si fa per dire) Pas Dosé, passando poi per il Rosé, la Riserva Nobile, fino alle due Cuvée più importanti, la Gran Cuvée e la Dama Forestiera.

dama-forestiera1In quest’ultima ( a lato la bottiglia, con la bella etichetta in metallo), differentemente dall’altra, non ci sono uve bianche nel blend, ma solo Pinot nero e Montepulciano, insolito ma assai riuscito abbinamento di uve rosse per un blanc de noir di grande suggestione. Il Pinot nero è l’ingrediente nobile del blend, presente in misura del 40-50% a seconda dell’annata; le uve provengono da due vigne, rispettivamente di 3 e di 4 ettari, nelle contrade Bonsignore e Baiocco, a San Severo, con una densità media di 3.500 ceppi per ettaro. Il pinot nero è vendemmiato con un lieve anticipo rispetto al suo partner per preservarne l’acidità (non siamo a Gevrey-Chambertin, ricordiamolo), generalmente ad inizio settembre, mentre il Montepulciano viene raccolto due-tre settimane dopo. Normalmente il vino viene lasciato sui suoi lieviti almeno 48 mesi , ma ovviamente, per quanto riguarda le bottiglie in degustazione, questi limiti sono stati abbondantemente superati. Con risultati davvero notevoli. E’ un vero peccato che non sia possibile produrre un quantitativo interessante per la commercializzazione di bottiglie di questo genere, che mostrano una notevole personalità.

Gli spumanti assaggiatiMolto buono, fresco e vibrante (nella foto a lato i sei spumanti assaggiati, nell'ordine , da sin. verso destra), il Dama Forestiera del 2010, il primo ad essere assaggiato: perlage fine e persistente, con note di lieviti, brioche, crema pasticciera, e , fini, di tiglio e acacia. Une bella riuscita , in perfetta continuità con lo stile della casa.

Le emozioni maggiori ce le ha date il vino della vendemmia 2005, che, a differenza del primo, ha potuto avvalersi anche di oltre nove anni di permanenza sui lieviti. Notevoli la freschezza e la persistenza di questo spumante, dai toni delicati, floreali (con suggestioni di geranio, peonia) ed erbe officinali (origano). Uno champenois ricco e dal sorso appagante. Davvero eccellente.

Appena un soffio al di sotto, nella mia personale classifica, anche l’eccezionale 2003, dal naso intensamente floreale, frutta bianca matura ed agrumi (arance rosse e cedro), toni iodati, di grande fascino.

Ottima riuscita quella del 2001 (si tratta della prima annata di questa etichetta dopo l’esperimento della Cuvée Annett, da sole uve rosse, nel 2000), di grande ricchezza e potenza. Incredibilmente fresco, ha trascorso tredici anni sui lieviti, ed è tutto dire. Molto armonico e “gastronomico”, adatto ad accompagnare piatti importanti della grande cucina.

Appena un po’ appannato lo spumante del 2008, anche rispetto ad altri assaggi precedenti della stessa annata: ritengo un problema legato alla bottiglia degustata. Da riprovare in altre occasioni. Ho ottimo ricordo, infatti, di altre bottiglie della stessa annata assaggiate appena poche settimane prima.

un dettaglio della degustazioneLa degustazione è stata chiusa dalla Gran cuvée del 1994 (in prevalenza il sempre sorprendente Bombino bianco, al 60%, con il 20% ciascuno di Pinot nero e Montepulciano).Un eccellente spumante di stile classico, di notevole freschezza, sapidità e lunghezza, appena un po’ più rustico della Cuvée maggiore. Davvero un regalo inaspettato. (Nella foto un momento della degustazione, con i " tre moschettieri" della cantina D'Araprì: da sin. Priore, Rapini, e, in piedi, D'Amico)

Antiche sere 2La serata si è poi conclusa con un’ottima cena al ristorante Le antiche sere di Lesina, proprio sul lago, con una serie di ottimi piatti, nei quali la laguna era protagonista con le sue erbe e le sue varietà ittiche (dal cefalo all’anguilla), con gli spumanti D’Araprì (questa volta l’intera gamma) a fare ancora una volta passerella. (Nella foto accanto, uno deigustosi piatti assaggiati nella cena). 

Sinceramente questa è la Puglia che ci piace: quella che lavora, magari un po’ sotto traccia, per elaborare prodotti di grande qualità, spinta da un progetto originale, piuttosto che cercare scorciatoie con spreco di soldi pubblici e divi del mondo dello spettacolo per crearsi un’immagine.