dettaglioSiamo andati anche quest’anno alla Giornata Champagne 2015 organizzata dal Bureau du Champagne (nella foto a sin. un dettaglio della sala della manifestazione). Si è svolta , come due anni fa, presso l’Hotel Principe di Savoia di Milano. Erano presenti 40 espositori con oltre 100 Champagnes di tutte le diverse zone. Ciascuna Maison , con qualche eccezione, ha presentato tre cuvées, di norma un brut sans année, un rosé e un millesimato.

Questa volta sono mancate le cuvées di maggior prestigio, ma c’era comunque una selezione di ottimi prodotti , che ci ha fornito l’opportunità di conoscere meglio alcuni produttori un po’ meno conosciuti. Come sempre, tutto perfetto dal punto di vista organizzativo: espositori disponibili, informazioni dettagliate, assaggi. Unico neo, purtroppo difficile da correggere in situazioni di questo tipo, la temperatura di servizio delle Cuvées: nella grande maggioranza di casi abbiamo assaggiato degli Champagnes troppo freddi e questo ha finito per appiattire un po’ le sfumature, soprattutto a livello olfattivo.

Personalmente ho assaggiato una sessantina di cuvées, ricevendone un’impressione di grande serietà e qualità. Non potendo parlare di tutte, ne sceglierò alcune tra quelle che mi sono piaciute o mi hanno interessato di più.

BoizelMi sono sembrati tutti di ottimo livello gli Champagnes della Boizel, una Maison di Epernay in attività dal 1834, quando fu fondata da Auguste e Julie Boizel (nella foto a sin. il bnchetto della Boizel). Ora a occuparsene è Evelyne Roques- Boizel col marito Christophe. Da una attenta selezione delle uve ricavano una serie di cuvées molto centrate e di bella continuità, anche quelle non millesimate. A Milano abbiamo assaggiato il Brut Reserve, il Blanc de Noirs e il Grand Vintage, proposto nell’annata 2004. A me è sembrato particolarmete riuscito quest’anno il Blanc de Noirs, da una selezione di crus (Mareuil sur Aÿ, Cumières, Mailly, les Riceys). Colore dorato, perlage fitto e persistente, naso intenso con evocazioni di frutta bianca e gialla, frutti di bosco e brioche ; sul palato é fresco, fruttato e molto fine.

Ottima impressione, come sempre, mi hanno dato i due Champagnes di Deutz, sia il Brut Classic, sia il millesimato, un Blanc de blancs del 2009. La Deutz fu fondata nel 1838 ad Aÿ da due immigrati tedeschi provenienti dalla Renania: a occuparsi dei vini era William Deutz, che in precedenza aveva lavorato da Bollinger . Deutz è sempre stata una delle grandi Maison di Champagne più discrete, ritenuta tra quelle più affidabili e continue sul piano della qualità, firmando dei prodotti molto classici e di grande spessore. Ora l’azienda, già Lallier, è controllata da Louis Roederer, ma la qualità della linea della casa non é cambiata. I suoi Champagnes provengono da una selezione eccellente delle uve dei 42 ettari di proprietà, a cui si aggiungono quelle di altri 150 ettari di vigne di conferitori. Segnalo in particolare il Brut Classic, le cui uve provengono dai migliori cru del Pinot noir (Aÿ, Mareuil e Bissoul) e Chardonnay (Avize e Le Mesnil), esclusivamente delle zone classiche. Fresco ed elegante, uno Champagne dalle piacevoli note di agrumi e frutta bianca, secco ed equilibrato, piacevolissimo. Eccellente anche il Blanc de blancs millesimato, dalle intriganti note floreali, di frutti bianchi secchi e frutti rossi maturi.

JacquartLa Maison Jacquart  (nella foto a sin. il banchetto della casa) é il marchio dell’Alliance Champagne. Fu fondata   nel 1963 da una trentina di vignerons della Côte des Blancs, tra cui René Robert, padre di Alain Robert, il creatore dei migliori Champagnes di Le Mesnil. Il numero dei vignerons afferenti salì rapidamente a 700, provenienti   da 64 villaggi della Marna, con oltre 1000 ettari a Reims. Oggi , a seguito della fusione di tre cooperative di récoltants, ammontano a 1800 con oltre 2600 ettari (il 7% di tutta la Champagne). Da questa ampia disponibilità di vigne, tutte con una classificazione superiore al 90% nella scala dei cru, un mosaico (come il nome delle cuvées) di 350 ettari delle parcelle migliori , distribuiti in 60 differenti crus, rappresenta la base da cui la Jacquart ricava i suoi Champagnes.Tra le Cuvées assaggiate a Milano (il Brut Mosaïque, il Mosaïque Rosé e il Blanc de blancs millésimé) , tutte di eccellente livello, mi è piaciuta soprattutto l’ultima, un bello Champagne classico, dal magnifico perlage, agrumi, brioche,morbido e cremoso, molto fine. Bella bottiglia.

Una bella sorpresa sono stati gli champagnes della Maison Paul Goerg, che conoscevo assai meno. Sita nel terroir di Vertus, un premier cru di grande qualità, nasce da una cooperativa di manipulants fondata nel 1950, La Goutte d’Or,alla quale afferiscono un centinaio di vignerons con circa 120 ettari di vigne, di cui 95 di Chardonnay. Il marchio è nato nel 1984 . in omaggio a Paul Goerg, sindaco di Vertus nel 1874. In cantina é una persona di esperienza, Jean-Philippe Moulin , già alla Ruinart. I suoi sono Champagnes di bella qualità caratteristici del terroir di Vertus .Tra quelli assaggiati, mi è piaciuto soprattutto il Brut Blanc de Blancs premier cru, una cuvée sans année di buona personalità, marcata dalla mineralità dello Chardonnay di Vertus, molto classica. Buona riuscita anche quella della cuvée millesimata, pur provevendo da un millesimo non felicissimo, come quello del 2005.

ColletUna impressione molto positiva ho ricevuto anche dagli Champagnes della Maison Collet (a sin. il banchetto della casa) , altra cantina cooperative cooperativa di Alliance Champagne. Si tratta di una cantina piuttosto sottovalutata, ma di buon valore. Ha cominciato la sua attività nel 1921 con 80 vignerons. Ora ne comprende più di 600 con 650 ettari, da cui ricava delle cuvées molto classiche, che fanno lunghi affinamenti sui lieviti (sette anni) , ciò che si traduce in una buona complessità. Bella riuscita quella del millesimato 2004, 55% Pinot Noir e 45% Chardonnay, uno Champagne molto equilibrato, dalle note agrumate e di pane arrostito, di esemplare freschezza, molto fine e di bella lunghezza.

Pol RogerPer finire, il mio assaggio preferito della giornata, uno Champagne di Pol Roger. Non c’era la sua famosa Cuvée Sir Winston Churchill, grande cliente di questa storica Maison, ma i tre Champagnes presentati a Milano erano tutti all’altezza (il Brut, il vintage 2004 e il rosé vintage 2006, il mio prescelto).Maison di négociant-manipulant fondata ad Aÿ nel 1849 da Pol Roger a 19 anni, cominciò a produrre Champagne per altre case, poi quando i figli Maurice e Georges assunsero la conduzione della ditta, nel 1899, si trasferirono a Epernay e cominciarono a produrre col proprio nome,cambiando il marchio in onore del padre fondatore. Fino al 1955 La Pol Roger non ha posseduto vigne proprie. E’ restata una Maison di tipo familiare. Oggi condivide le vigne di 89 ettari di famiglia nell’area di Épernay e nella Côte des Blancs, che bastano per il 50% alla produzione della casa, che supplisce al resto con uve acquistate da fornitori storici . La trilogia dei vini assaggiati a Milano, costituita da Brut, Blanc de blancs e Rosé fa ancora parte della rosa dei migliori acquisti della Champagne. Davvero un’ottima riuscita il Rosé Vintage 2006, un assemblage per il 65% Pinot Noir (da vigne di Cumières, Bouzy e Ambonnay), di cui il 15% in rosso, e 35% Chardonnay, da 20 dei migliori premier e grand cru della Montagne de Reims e della Côte des Blancs Un vino di grande personalità, ricco e polputo, dal frutto intrigante e di delicata vinosità, dall’ acidità perfettamente bilanciata. Un rosé molto fine ed elegante per la grande gastronomia, non escluse le carni rosse.

(Pubblicato il 4.11.2015)