Arriviamo alla casa di Vincent Charton giusto un attimo prima che arrivi lui, di ritorno dalla vigna. E’ ora di pranzo e ci accordiamo per ritrovarci lì alle due. Ci accompagnerà lui stesso in cantina per assaggiare i vini del 2014 e del 2015, ancora in botte. Dietro suo suggerimento ci concediamo una sosta in un semplice, ma piacevole ristorante di campagna, Le Petit Blanc, poco distante, a Charracey (Nella foto a sin.,uno scorcio della piccola cantina del Domaine Charton).
Qui abbiamo modo di assaggiare anche un bianco di Vincent, il Mercurey Clos du Roy Premier cru 2014 e un Mercurey rouge del Domaine de Chamirey. Finalmente ci ritroviamo con Vincent e ci spostiamo alla cantina, poco distante, situata in mezzo alla vigna. Avevamo conosciuto Charton due anni fa, in occasione dei Grands Jours de Bourgogne: i suoi rossi erano tra quelli che ci erano maggiormente piaciuti di questo territorio, ed eravamo già stati da lui ad acquistare qualche cartone, presto finiti. Ci era sembrato un indirizzo valido e la nostra impressione ne è risultata confermata. I suoi vini incarnano infatti perfettamente la tipologia dei vini di Mercurey. I rossi sono dei Pinot colorati, con un frutto croccante , dai sentori di ribes, rosso e nero, con un tannino vivo ma non rude, per usare un’espressione che mi sembra molto appropriata di Jean-François Bazin, dalla caratteristica “nobiltà di provincia”. La famiglia Charton è a Mercurey dal 1941. Il loro Domaine, fondato dal nonno, è oggi condotto da Vincent con l’aiuto del padre, Jean-Pierre, e sfrutta 11 ettari e mezzo di vigna . Dalle loro uve gli Charton producono otto vini, prevalentemente rossi, se si eccettua un Bourgogne blanc e naturalmente il Mercurey Clos du Roy blanc, un premier cru di buona personalità. Quello del 2014 risente ancora del legno, non interamente assorbito, ma sotto di esso si avvertono belle note di frutta bianca , soprattutto pera, e delicatamente floreali. E’ stato imbottigliato da poco e dopo l’estate sarà maggiormente a punto. Molto piacevoli e di bella bevibilità i rossi, a partire dal Bourgogne rouge Champ de Perdrix, il più semplice della gamma, comunque una bella espressione del Pinot noir di queste zone, con una nota piacevole di terra bagnata.
Di maggior spessore il Vieilles vignes , da una vigna di due ettari e mezzo di 50 anni, e il Vignes du Chapitre, da una vigna di poco meno di due ettari , anch’essa abbastanza vecchia (40 anni), situata sul lato orientale della D 978 che attraversa la cittadina di Mercurey , confinante con due piccoli Premier cru,Les Vasées e Les Byots . Si tratta di due villages, il secondo leggermente più fine del primo, che mantiene una nota di rusticità, ma ugualmente ben riusciti.
Dei due, per quanto in grado di reggere senza difficoltà 4-5 anni, il Vieilles Vignes si apprezza molto bene già ora, mentre il Vignes du Chapitre potrebbe avvantaggiarsi di una sosta più prolungata in cantina, anche per assorbire meglio il legno , non invadente, ma non invisibile. I vini più importanti sono i tre Premier cru, Les Naugues , il Clos du Roy e il La Chassières . Il primo si trova, come la Vigne du Chapitre, sul lato est della D 978, e confina (dal lato opposto) con gli stessi due premier cru Les Vasées e Les Byots. E’ anche questa una vigna vecchia, con un’età media di 50 anni, sita su un suolo argilloso-calcareo tipico di molti premier cru di Mercurey: è molto piccola (solo 16.90 are), e di fatti Vincent ne ricava solo 900 bottiglie l’anno.
Il Clos du Roy si trova invece dall’altro lato della D 978, in direzione di St.Martin sous Montagu (un altro piccolo centro compreso nell’AOC Mercurey), ma nel territorio comunale di Mercurey. Più grande (poco meno di un ettaro) e appena un po’ più giovane (40 anni), poggia su un suolo marnoso poco calcareo, in parte costituito da calcari a chailles. Forse, con il Clos Voyens, il Clos Marcilly , l’Evèque, il Clos des Fourneaux e il Clos des Montaigues (gli ultimi due nel territorio del comune di St. Martin), il migliore tra i premier cru di Mercurey: non casualmente quasi tutti tra i prescelti della prima ora per la selezione dei Premier cru, prima che la rosa fosse poi sensibilmente allargata, sotto le pressioni dei vticultori locali, fino a diventare ben 31. Non abbiamo assaggiato il terzo premier cru di Charton, La Chassière, l’unico a trovarsi nel territorio comunale di St.Martin. Frutti rossi, violetta, note terrose all’olfatto, il Clos du Roy è un Pinot noir di buon spessore, molto persistente e con una bella mineralità. Les Naugues appare appena un po’ più tannico, forse anche un po’ più rustico, ma succoso e sapido, di piacevole beva. Poi, muniti di pipette, o come dicono qui, a Mercurey, di chanteflûte, siamo passati ad assaggiare i vini del 2015 in fusto. Tra questi
Ci è sembrato molto pimpante il Vieilles Vignes, ma naturalmente fare predizioni a questo stadio è molto azzardato.
La viticoltura di Mercurey è in prevalenza rossa, anche se non vi mancano dei Mercurey bianchi, naturalmente da uve Chardonnay. Di fatti 535 ettari sono vitati in rosso (poco meno di un quarto en premier cru), mentre quelli in bianco sono solo 111 (30 come premier cru).Mercurey rappresenta una delle ultime propaggini dei rossi borgognoni, come Givry, in un terroir, quello della Côte Chalonnaise, soprattutto vocata alla produzione di bianchi: gli oltre 300 ettari di Montagny, l'AOC più a sud, che “aprono” al Mâconnais, sono infatti tutti coltivati a Chardonnay. Bouzeron , all’estrema propaggine nord, si è detto, è il regno dell’aligoté, e anche Rully, dove sono ancora dei rossi discreti, è in grande prevalenza produttrice di vini bianchi (ma da Chardonnay). I suoli di Mercurey sono estremamente variati, risultanti dall’incontro dei suoli giurassici della Côte con il massiccio primario del Morvan. Le marne bianche di Les Veleys danno chardonnay ricchi e grassi. I rossi più leggeri e delicati vengono dai suoli più ciottolosi, ricchi di rocce dissolte e rese fini dall’erosione (ad es. Les Champs-Martin). I vini più robusti e tannici, come lo è il Clos du Roy, vengono da vigne caratterizzate da un sottosuolo ricco di marne calcaree molto profonde. Le note caratteristiche dei rossi di Mercurey sono però una finezza vellutata, e un bouquet molto seduttivo, che fecero dire alla scrittrice Colette: “Sapete che cos’è una carezza? Bevete un bicchiere di Mercurey”.
Domaine Charton, 29 Grande Rue, 71640 Mercurey, www.domainecharton.com
Tra gli altri buoni produttori di Mercurey segnalo anche lo Château de Chamirey,Rue du Château, 71640 Mercurey,www.chamirey.com