Parliamo ancora di vini di Borgogna,questa volta bianchi : non dei grandi crus di Corton, Puligny e Chassagne, bensì di tre vini considerati minori, che mi hanno particolarmente colpito in queste ultime settimane. Due di essi   provengono dalla varietà dominante , tra quelle a bacca bianca, dell’intera Borgogna, lo Chardonnay. Il terzo , invece, è prodotto da una piccola grande varietà, un tempo molto diffusa nella regione , poi distrutta dalla fillossera e soppiantata dai nuovi impianti di Chardonnay, ma che alcuni produttori coraggiosi hanno voluto riportare in vita: l’Aligoté

Di ritorno dalla Borgogna , dove ci eravamo recati per i Grands Jours, riassumo  in poche righe. Per approfondire leggi gli articoli completi, riportati di seguito.

Ho bevuto vini che voi umani…

Ricordate lo splendido Blade Runner di Ridley Scott? Il replicante ribelle Rutger Hauer dice in punto di morte ad Harrison Ford la famosa frase: “Ho visto luoghi che voi umani non potete neppure immaginare”.

La regione del Beaujolais non era espressamente compresa nei Grands jours de Bourgogne, anche se il profumo del Gamay non era mancato nella  sessione dedicata alla Symphonie Mâconnaise. Qualche produttore era però presente nella giornata  dedicata ai Jeunes talents.

Chi , magari dopo una esperienza poco positiva con qualche vino estremo di uno di quei produttori che sostengono che la prima qualità di un vino sia quella di farsi da solo, ancora diffida dai vini biodinamici, si ricrederà immediatamente assaggiando uno dei piccoli gioielli del Domaine Bruno Clavelier, a Vosne-Romanée, con poco più di 6 ettari e mezzo di vigna.

Lambrays 1Morey-Saint-Denis è un piccolo centro di circa 700 abitanti della Côte d’Or, a poco più di 20 Km. da Beaune e a una quindicina da Dijon, ma comprende la bellezza di cinque grands crus, anche se uno di essi, Bonnes Mares, in condivisione (e in ben più ridotta misura) con Chambolle-Musigny.Il Clos-des-Lambrays è certamente uno dei più prestigiosi, sia per storia (le sue origini affondano nel Medioevo, allorquando era di proprietà di Citeaux), sia per qualità. Da quando, nel 1981, ha potuto tornare al rango che le spettava, di grand cru, la sua ascesa qualitativa è stata costante e praticamente inarrestabile. (Nella foto sopra, la bella costruzione nel parco del Domaine des Lambrays).